PAPA E ANTIPAPA
LO SCISMA PURIFICATORIO CREATO DA BENEDETTO XVI
LA PREGHIERA DEL PADRE NOSTRO MODIFICATA DALLA CEI E BERGOGLIO
LA TEMPESTA SEDATA, dal Vangelo di Marco capitolo 4, versetti 37-41:
“Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli (Gesù n.d.r.) se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così PAUROSI? Non avete ancora fede?».
Considerando questo passo di Vangelo si può affermare il fatto che, dal punto di vista religioso, la potenza d’inganno usata dal maligno sia in tal caso di natura emotiva e venga permessa da Dio per selezionare e scremare solo i credenti più saldi nella fede e pronti ad accettare la verità.
Nella storia, ma soprattutto in questo tempo di dittatura sanitaria Covid19 istaurata dalle elite sataniste globaliste del Nuovo Ordine Mondiale, Dio “induce in tentazione” ovvero mette alla prova i credenti.
E non è affatto un caso che Bergoglio abbia voluto modificare la preghiera insegnata da Gesù Cristo stesso, il PADRE NOSTRO, esattamente in quel passaggio in cui è citata la tentazione, cambiandolo in un abusivo “non abbandonarci alla tentazione”, mistificando il profondo significato teologico della preghiera. In questo modo, Bergoglio ha DISINNESCATO nei fedeli, a livello SUBLIMINALE, la loro risposta “immunitaria” di fronte alla potenza emotiva dell’inganno.
Spieghiamo meglio:
la preghiera originale recitava “non ci indurre in tentazione” e oggi la frase è stata cambiata in “non ci abbandonare alla tentazione”. Indurre e abbandonare sono all’opposto.
Ora, la prima petizione sanciva una certezza teologica dato che È VERO che Dio può indurre in tentazione, per mettere alla prova gli uomini e farli crescere nella fede, mentre NON È VERO che Dio può ABBANDONARE l’uomo alla tentazione.
Scrive, infatti, lo psicologo Rocco Quaglia, autore de “Il Padre nostro tra psicologia e spiritualità”, (Marcianum Press, 2018): “La preghiera insegnata da Gesù, infatti, riguarda soprattutto gli ultimi tempi.[…] È proprio «non abbandonarci alla tentazione» a essere una cattiva traduzione, poiché induce il fedele a pensare che Dio possa abbandonarlo”.
In tal modo, la modifica bergogliana, attraverso una apparente, demagogica chiarificazione della frase, ha rovesciato il Padre Nostro:
da un lato ha distrutto la consapevolezza che Dio possa permettere delle tentazioni per mettere alla prova l’uomo, dall’altro ha fatto filtrare nelle menti dei fedeli la possibilità che Dio li abbia realmente abbandonati alla tentazione.
In questo modo, la resistenza virtuosa dei fedeli alla potenza d’inganno, alla prova emotiva degli ultimi tempi, ne esce gravemente indebolita: infatti, guarda caso, la tentazione degli Una cum, ossia i nemici di Bergoglio che però lo riconoscono papa, è proprio quella di credere che il Vicario di Cristo, Benedetto XVI, li abbia abbandonati.
(testo tratto da:
PAPA BENEDETTO XVI: l'analisi del Padre Nostro
Ricordiamo che Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, ha analizzato in modo esaustivo la preghiera del Padre Nostro nel suo libro GESU' DI NAZARET pubblicato nel 2007, primo libro di una trilogia:
1) Gesù di Nazaret (poi diventato Gesù di Nazaret. dal battesimo alla trasfigurazione)
2) Gesù di Nazaret. Dall'ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione.
3) L'infanzia di Gesù.
Esattamente nel capitolo 5 (pag. 157 nell'edizione Rizzoli) intitolato LA PREGHIERA DEL SIGNORE, il Papa spiega ogni passaggio della preghiera di Gesù.
In particolare nel sottocapitolo "E non c'indurre in tentazione" (pag. 192) afferma:
"Dio non lascia cadere l'uomo, ma permette che venga messo alla prova."
(pag. 194)
"..l'uomo ha bisogno della prova. Come il succo dell'uva deve fermentare per divenire vino di qualità, così l'uomo ha bisogno di purificazioni, di trasformazioni che per lui sono pericolose, che possono provocare la caduta, che però costituiscono le vie indispensabili per giungere a se stessi e a Dio."
(pag. 194-195)
"..san Cipriano dice: quando chiediamo "e non ci indurre in tentazione", esprimiamo la consapevolezza "che il nemico non può fare niente contro di noi se prima non gli è stato permesso da Dio; così che ogni nostro timore e devozione e culto si rivolgano a Dio, dal momento che nelle nostre tentazioni niente è lecito al Maligno, se non gliene vien data di là la facoltà" (De dom. or. 25)
(pag. 195-196)
"la tentazione che Dio ci impone ad gloriam - per la sua gloria."
(pag. 196)
"Nella preghiera che esprimiamo con la sesta domanda del Padre Nostro deve cos' essere racchiusa, da un lato, la disponibilità a prendere su di noi il peso della prova commisurata alle nostre forze; dall'altro, appunto, la domanda che Dio non ci addossi più di quanto siamo in grado di sopportare; che non ci lasci cadere dalle sue mani."
(pag. 196-197)
VIDEO PER APPROFONDIRE:
"È lecito pregare il nuovo Padre nostro a Messa?"
Analisi del Prof. Giovanni Zenone sul canale YouTube Fede & Cultura Universitas