GESU' CRISTO
EVENTI MIRACOLOSI E SACRE RELIQUIE DI NOSTRO SIGNORE IN ITALIA
EVENTI IN ORDINE CRONOLOGICO
SANTUARIO SAN FRANCESCO E SANT'ANTONIO
Un francescano di Cava dei Tirreni (vicino a Salerno) va in Israele nell’ottobre 2010 e trova questa statua e la acquista subito. Tornato in Italia mette il pacchetto in una stanza del convento e va a dormire. La mattina dopo, una voce molto dolce lo sveglia: "Aprimi, soffoco!". Spaventato, pensa che questa sia la voce di sua madre defunta. Poi apre il pacchetto che aveva portato da Israele. Ed ecco che la statua aveva pianto lacrime di sangue! Chiama il suo vescovo che proprio quel giorno era al convento. Anche lui constata le lacrime ancora fresche lungo il volto di Gesù. Vengono subito chiamate le autorità, l’esperto, ecc. Dopo lunghe analisi, il fatto viene dichiarato autentico senza trucchi. Il sangue è vero sangue umano, ha le stesse caratteristiche del sangue della Sindone di Torino. Un anno dopo, il 24 ottobre 2011, la statua viene esposta alla venerazione dei fedeli.
Santuario San Francesco e Sant'Antonio
Cava dei Tirreni (Salerno), CAMPANIA
SANTISSIMA TRINITA' MISERICORDIA
Rivelazioni private, "visioni intellettuali" di Gesù al maestro Gioacchino Genovese dal 1/10/2000 al 2010 al vaglio della Congregazione per la Dottrina della Fede. La parrocchia è stata elevata a Santuario Diocesano da Mons. Coletti il 27/11/2010.
Santuario Santissima Trinità Misericordia
Maccio di Villa Guardia (Como), LOMBARDIA
LE SACRE PARTICOLE DI SIENA
14 agosto 1730, vigilia dell’Assunta: tutto il popolo senese era accorso in Cattedrale per i primi vespri e l’offerta del cero votivo in onore della Madre di Dio.
Per questo dei ladri poterono entrare indisturbati nella Basilica di San Francesco e rubare la pisside d’argento contenente 351 particole consacrate.
Per la città fu uno choc. Furono fatte preghiere e processioni per riparare l’atto sacrilego. Probabilmente gli stessi ladri restarono colpiti. Fatto sta che tre giorni dopo, il 17 agosto, le particole furono rinvenute nel vicino Santuario di Santa Maria in Provenzano, dentro una cassetta delle elemosine.
La città fece festa. Processioni solenni e atti di adorazione si susseguirono anche nelle parrocchie, ripetutamente. Per questo al momento era stato deciso di non consumare quelle ostie. Finché ci si rese conto che, con il tempo, queste particole non subivano alcuna alterazione.
Devotamente custodite continuavano a restare incorrotte. Dunque si cominciò a constatare che un miracolo era in corso.
Basilica di San Francesco
Siena, TOSCANA
LA PIETA' DI CANNOBIO
Nella casa in cui abitava la famiglia di Tommaso Zaccheo vi era appeso alla parete della camera superiore un piccolo dipinto su pergamena, raffigurante Cristo in Pietà tra Maria e Giovanni evangelista. Nei giorni 8, 9, 10 e 28 gennaio 1522 e poi nei successivi 4 e 27 febbraio, fu visto sanguinare: le ferite del corpo di Gesù si sono ravvivate e gocce di sangue sono scese dal quadretto sulla cassapanca che si trovava sotto. La seconda sera, 9 gennaio, una piccola costola sanguinante, proporzionata al Cristo del dipinto, è uscita dal costato ferito ed è caduta sulla tovaglia sottostante.
Santuario SS. Pietà
Cannobio (Verbania), PIEMONTE
LA PIETRA DEL SANTO SEPOLCRO
Il Sacro Monte sorse per iniziativa del Beato Bernardino Caimi, che, di ritorno dalla Terra Santa (alla fine del 1400), volle ricreare in piccolo i luoghi della Palestina.
Al progetto settant'anni più tardi si interessò anche S. Carlo Borromeo, che diede nuovo impulso all'opera e la denominò "Nuova Gerusalemme".
Il complesso degli edifici, una cinquantina è stato costruito nel corso di un paio di secoli. Ogni cappella rappresenta, con affreschi (circa 4.000 figure) e con gruppi di statue (circa 400),
scene della vita di Gesù e di Maria. All'ingresso della cappella che replica fedelmente il Santo Sepolcro è custodita una pietra proveniente dal Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Sacro Monte di Varallo
Varallo (Vercelli), PIEMONTE
BOLSENA
Secondo la tradizione popolare, nell'estate del 1263 un prete dell'Alta Magna, tormentato dal dubbio circa l'effettiva presenza del corpo e del sangue di Cristo nell'ostia consacrata, si recò in pellegrinaggio a Roma per espiare la sua incredulità e rafforzare la sua fede. Fermatosi a Bolsena sulla via del ritorno, chiese di poter celebrare la messa sull'altare di S. Cristina; al momento della consacrazione, dopo aver implorato il Signore di dissolvere i suoi dubbi, vide stillare dall'ostia spezzata delle gocce di sangue che bagnarono il Corporale (il panno di lino usato nelle funzioni per appoggiare e poi ricoprire gli elementi consacrati). Per custodire tale miracolo la popolazione eresse il Duomo di Orvieto.
Duomo
Orvieto (Terni), UMBRIA
LANCIANO
Il Miracolo Eucaristico di Lanciano è avvenuto circa l'anno settecento. Un giorno un monaco mentre celebrava la Santa Messa fu assalito dal dubbio circa la presenza reale di Gesù nella Santa Eucaristia. Pronunziate le parole della consacrazione sul pane e sul vino, all'improvviso, dinanzi ai suoi occhi vide il pane trasformarsi in Carne, il vino in Sangue.
Santuario del Miracolo Eucaristico
Lanciano (Chieti), ABRUZZO
MIRACOLI EUCARISTICI
La mostra è stata ideata dal giovane Carlo Acutis, morto nel 2006 all'età di 15 anni, a causa di una leucemia fulminante, offrendo le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa.
MONOGRAMMA DI CRISTO
Nel IV secolo l'imperatore Costantino lo avrebbe creato dopo aver ricevuto in sogno alla vigilia della battaglia al Ponte Milvio l'ordine di apporre sugli scudi dei suoi soldati un "segno celeste di dio".
Ponte Milvio
Roma, LAZIO
SANTUARIO DELLA MENTORELLA
Apparizione di Gesù nel I secolo a S. Eustachio (tribuno romano sotto l'imperatore Traiano) attraverso la visione di una croce luminosa tra le corna di un cervo.
Santuario della Mentorella
Capranica Prenestina (Roma), LAZIO
LA PIETRA DEL QUO VADIS
Nella cappella delle reliquie della basilica è conservata la pietra del "Quo Vadi Domine?" La prima menzione di essa si trova in una bolla di Gregorio VII del 1074. La tradizione dell'episodio è tratta dal testo apocrifo di San Pietro, secondo il quale, durante la persecuzione scatenata da Nerone contro i cristiani, San Pietro si apprestava a lasciare Roma. Giunto alle porte della città, dove la via Appia incrocia la via Ardeatina, ebbe la visione del Cristo, a cui chiese: “Signore, dove vai?” (Quo vadis, Domine?), E il Signore rispose: “ Vado in città a farmi crocifiggere un’altra volta”. San Pietro rimase immobile, capì che doveva tornare per affrontare il suo martirio e sulla pietra dell’Appia rimasero impressi i piedi di Cristo.
Basilica di San Sebastiano fuori le mura
Roma, LAZIO
VOLTO SANTO DI LUCCA
Un crocifisso ligneo, raffigurante il Volto Santo, è la statua- reliquario venerata a Lucca, che si trova dinanzi al quarto altare della navata sinistra della cattedrale di San Martino. Secondo l'antica leggenda di Leobino, il Volto Santo è stato scolpito da Nicodemo, uomo menzionato nel Vangelo di Giovanni, dopo la resurrezione e l’ascensione del Cristo.
Cattedrale di San Martino
Lucca, TOSCANA
VOLTO SANTO DI MANOPPELLO
Il Volto Santo é l'immagine di un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande. Caso unico al mondo in cui l'immagine è visibile identicamente da ambedue le parti. "Prendendo le mosse dalla perfetta sovrapponibilità del volto della Sindone con il volto di Manoppello, si è indotti ad ammettere che sia l’immagine sul velo che quella sulla Sindone si siano formate nello stesso tempo." Viene ipotizzato che successivamente questo velo fu collocato sull'icona dell'Acheropita nel Sancta Sanctorum del Palazzo lateranense dei Papi.
Basilica del Volto Santo
Manoppello (Pescara), ABRUZZO
SUDARIUMCHRISTI sito di appofondimento sul volto di Manoppello:
viene confrontato con il volto sindonico e il sudario di Oviedo.
SANTA SINDONE
A tutt’oggi le prime testimonianze documentarie sicure e irrefutabili relative alla Sindone di Torino datano alla metà del XIV secolo, quando Geoffroy de Charny, valoroso cavaliere e uomo di profonda fede, depose il Lenzuolo nella chiesa da lui fondata nel 1353 nel suo feudo di Lirey in Francia, non lontano da Troyes.
Essendo passato poi in proprietà dei Savoia, Emanuele Filiberto trasferì definitivamente la Sindone a Torino nel 1578.
Cattedrale di Torino
Torino, PIEMONTE
La Sindone su tela pittorica
La società Haltadefinizione ha realizzato nel 2008 la foto ad alta definizione alla Santa Sindone. E' possibile acquistare una straordinaria stampa su tela del telo sindonico.
Qui sotto le foto scattate alla mostra permanente “Chi è l’uomo della Sindone?”
Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Roma
RELIQUIA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI CRISTO
Un membro dell’aristocratica famiglia romana dei Savelli, trovandosi presente alla morte del Salvatore, ebbe la veste spruzzata da alcune stille del suo Preziosissimo Sangue. Convertitosi al Cristianesimo, staccò dall’abito la parte ancora rossa di Sangue e tornato Roma la conservò nella sua nobile dimora, chiusa in un reliquiario di ebano e cristallo, dove restò gelosamente custodita per 1700 anni, fino a quando il principe Giulio Savelli (1626-1712), ultimo della sua casa, l’offrì in dono alla Chiesa.
Da questa devozione nacque la santità di San Gaspare dal Bufalo e la Festa del preziosissimo sangue ogni primo di luglio.
Chiesa di san Giuseppe a Capo le Case
Roma, LAZIO
I SACRI VASI
La tradizione attribuisce al soldato romano Longino, che trafìsse con la propria lancia il costato di Cristo, la raccolta ed il trasporto di terra imbevuta del sangue del Salvatore nel luogo ove ora sorge la città di Mantova.
Basilica di Sant'Andrea
Mantova, LOMBARDIA
IL SANTO CHIODO
Tra le volte del presbiterio viene conservato il Santo Chiodo, una delle più venerate reliquie della Passione di Gesù, uno di quei ferri che secondo le Sacre Scritture trafissero le carni del Cristo unendolo alla croce. Da secoli, così, per volontà di san Carlo Borromeo, una volta all'anno il Santo Chiodo viene prelevato dal suo alto altare per essere esposto per tre giorni alla devozione popolare all'interno del Duomo. Il primo accenno al Santo Chiodo che noi conosciamo è contenuto in un discorso di sant'Ambrogio, nell'orazione funebre tenuta in memoria dell'amico e imperatore Teodosio, esattamente il 25 febbraio 395.
Duomo di Milano
Milano, LOMBARDIA
LA CORONA FERREA - DUOMO DI MONZA
La Corona del Ferro è innanzitutto venerata come reliqua: al suo interno, infatti, si trova un cerchietto in ferro che, secondo la tradizione, fu ricavato da uno dei chiodi usati per la crocefissione di Cristo. Sant’Elena, nel 326, lo avrebbe ritrovato e fatto inserire in un diadema per il figlio, l’imperatore Costantino il Grande. La corona sarebbe poi passata nella mani di S. Gregorio Magno, che ne avrebbe fatto dono alla Regina Teodolinda.
Duomo
Monza, LOMBARDIA
LA CORONA DI SPINE
Esiste un singolare fenomeno che si verifica puntualmente quando il Venerdì Santo coincide con il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione. «Vi fu per antica tradizione, che congiungendosi la festa della SS Annunziata della Vergine (in cui si solennizza la memoria della incarnazione del verbo) con la feria sesta in Parasceve, giorno consacrato alla memoria del cruento sacrifizio, con cui il Nazareno Gesù per salvezza del genere umano si offerse all’Eterno Padre, che la detta spina si vedesse aspersa di molte gocce di sangue». Ciò avviene in tre luoghi, ultimamente nel 1932, 2005 e nel 2016:
1) San Giovanni Bianco: la Sacra Spina è “fiorita” e si è tinta di un rosso più acceso, un germoglio ha colorato la reliquia
2) Andria: “si sono rilevate a occhio nudo una seconda gemma, posta all’apice della Spina, e una terza gemma, posta 4/5 millimetri sotto la prima; ancora più verso la base della Spina, il residuo del precedente prodigio dell’anno 2005 è sembrato rifiorire”.
3) Bari: si è vista “una lieve modificazione cromatica tendente al rosso" e in più “macchie cromatiche” che lascerebbero intravedere “un’immagine assimilabile ad un volto umano maschile”.
La prossima sovrapposizione di Venerdì Santo e Annunciazione del Signore sarà nel 2157.
SACRA SPINA DI SAN GIOVANNI BIANCO
La presenza della Sacra Spina a San Giovanni Bianco risale al 1495.
La tradizione ricorda il singolare fervore religioso con cui veniva atteso il miracolo della “fioritura” che si verificava ogni volta che il Venerdì Santo coincideva con la data del 25 marzo, festa dell’Annunciazione.
San Giovanni Bianco (Bergamo), LOMBARDIA
LE SACRE SPINE DI PAVIA
All'interno del Duomo dietro l'altare maggiore tra ornamenti dorati, vi è un tabernacolo contenente le spine della corona di spine di Cristo, che furono donate l'una da Filippo di Valois Re di Francia e un'altra biforcuta dall'Imperatore di Costantinopoli. Il giorno dopo Pentecoste, il Sindaco della città, il Vescovo e il Parroco del Duomo ciascuno con la propria chiave aprono il tabernacolo e tra luci sfolgoranti le Spine vengono calate e si fa solenne processione.
Duomo
Pavia, LOMBARDIA
LA SACRA SPINA DI VOGHERA
La Sacra Spina della Corona di Cristo giunse a Voghera nel medioevo.
La reliquia è posta in un tabernacolo posto a quindici metri d’altezza.
Duomo
Voghera (Pavia), LOMBARDIA
SACRA SPINA DI BARI
A partire dal XIV secolo la Sacra Spina emerge fra le numerose reliquie della Passione di Cristo.
Basilica Pontificia San Nicola
Bari, PUGLIA
LA SACRA SPINA DI ANDRIA
Questo prezioso frammento della Corona di Cristo esiste nella città dal 1308, quando il re di Sicilia,Carlo II d’Angiò, lo portò da Parigi per farne dono a sua figlia Beatrice, in occasione delle nozze col Duca Beltrando Del Balzo.
Duomo dell'Assunta
Andria (Barletta-Andria-Trani), PUGLIA
RELIQUIE DELLA PASSIONE DI CRISTO
Risalire alle origini della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme significa tornare indietro di molti secoli e ricordare i tempi dell’imperatore Costantino e di sua madre Elena per il cui volere un primo nucleo della chiesa sorse in un’ala del Palazzo Sessoriano. Da qui il nome di Basilica Sessoriana o Eleniana. Siamo a Roma, sull’Esquilino, dove sorgeva un complesso imperiale che includeva anche le Terme, il Circo Variano e l’Anfiteatro Castrense. Correva più o meno l’anno 320. Già allora la chiesa custodiva le reliquie della Passione di Cristo. Parti della Croce, spine della corona, il Titulus Crucis in latino, greco, ebraico, frammenti della colonna della fustigazione, la spugna imbevuta d'aceto e uno dei 30 denari di Giuda, erano stati ritrovati in circostanze miracolose a Gerusalemme, sul monte Calvario. Così, ben presto la chiesa divenne meta di pellegrinaggi.
Nell’ipogeo, sotto la zona presbiteriale, si apre la Cappella di Sant’Elena dove, sotto il pavimento, fu sparsa la terra del monte Calvario, portata a Roma dall’imperatrice stessa. La cripta accoglie un antico simulacro di Giunone, trasformato nell’immagine di Sant’Elena con l’aggiunta della Croce. Qui vennero custodite le preziose reliquie poi traslate nell’apposita cappella realizzata nella navata sinistra. La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme è tappa del pellegrinaggio delle Sette Chiese: San Filippo Neri e i suoi amici vi si recavano per adorare le tracce della Passione di Gesù, nell’ultimo tratto del loro cammino.
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
Roma, LAZIO
IL SANTUARIO DELLA SCALA SANTA
Vi si trova la Scala Santa che, secondo unantica tradizione, sarebbe la scala salita da Gesù percosso e sanguinante nel pretorio di Pilato. Una tradizione medievale, che comincia a prendere
consistenza nell'anno santo del 1450, la faceva giungere a Roma nel 326, portatavi da S.Elena, madre di Costantino, la quale l'avrebbe prelevata dal palazzo di Pilato, in Gerusalemme.
Sarebbe stata discesa da Gesù nel giorno in cui fu condannato a morte.
A Santa Croce venne collocata nel 1589, mentre prima si trovava nel lato nord nel complesso dei fabbricati lateranensi, chiamati Patriarchìo.
Nel Santuario troviamo anche l'immagine del SS. SALVATORE, detta anche ACHEROPITA, e il SANCTA SANCTORUM che nel Medioevo era la cappella privata della dimora lateranese dei papi.
Santuario della Scala Santa
Roma, LAZIO
IL SACRO CATINO DELL'ULTIMA CENA
Giunto a Genova come bottino di guerra al termine della prima crociata e celebrato come reliquia dell'Ultima Cena di Gesù Cristo.
Cattedrale di San Lorenzo
Museo del Tesoro
Genova, LIGURIA
L'ANFORA DELLA NOZZE DI CANA
Il Duomo di Pisa si erge dal 1064, ovvero da quando la flotta della Repubblica Marinara, depredate alcune navi saracene al largo di Palermo, devolvette il prezioso bottino all’erigendo Duomo. Si dice che l’anfora sulla colonnina a destra dell’abside sia quella con cui Gesù trasformò l’acqua in vino in occasione delle Nozze di Cana. Nella Cattedrale Metropolitana Primaziale di Santa Maria Assunta si conservano le reliquie di San Ranieri, patrono della città di Pisa.
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Pisa, TOSCANA
IL PRIMO PRESEPE E LA SACRA CULLA
È tuttora conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore il primo presepe della storia fatto con statue. È dovuto a Papa Niccolò IV che nel 1288 commissionò ad Arnolfo di Cambio una raffigurazione della "Natività". La tradizione di questa rappresentazione sacra ha origini sin dal 432 quando Papa Sisto III (432-440) creò nella primitiva Basilica una "grotta della Natività" simile a Betlemme. La Basilica prese la denominazione di Santa Maria ad praesepem (dal latino: praesepium = mangiatoia). I numerosi pellegrini che tornavano a Roma dalla Terra Santa, portarono in dono preziosi frammenti del legno della Sacra Culla (cunabulum) oggi custoditi nella teca dorata della Confessione.
Basilica Papale di Santa Maria Maggiore
Roma, LAZIO